Ma dove sono finiti i teocons, i neocons o come diavolo si chiamano, l'allegra brigata di cortigiani che per otto anni hanno cantato le gesta di George W. Bush? Perchè non sono ancora lì a spiegarci quanto siamo stati stupidi a considerare il loro profeta un bluff, la sua visione del nuovo ordine mondiale un'ideologia puerile, il suo attacco al welfare una catastrofe sociale, adesso che il profeta va in giro a implorare i parlamentari perchè approvino un piano d'intervento da Stato socialista? Le mode passano, i conti restano. Bush ha usato l'astuzia di presentare il suo piano a poche settimane dalla fine del mandato. Il prezzo più alto mai pagao dagli Stati Uniti a una politica economica sbagliata dalla GRande Depressione. I 700 miliardi di dollari del piano Paulsen sono soltanto l'anticipo delle tasse che i successori di Bush dovranno esigere per ricostruire le macerie economiche. Nel calcolo bisogna aggiungere l'impoverimento di decine di milioni di persone, due guerre costosamente perdute, la fine dell'era del dollaro, quasi dimezzato nel cambio con l'euro, il prezzo del petrolio quintuplicato.
Non è il fallimento del libero mercato, come dicono ora i cortigiani, ma di una politica economica fondata su spettacolari inganni. Grazie alle armi di distrazione di masssa, Bush ha nascosto e rimosso per otto anni una verità semplice : gli Usa vivono da troppo tempo al di sopra dei propri mezzi. Non si può a lungo produrre di dieci per cento delle merci e consumare il trenta per cento delle risorse. La crescita dell'era Bush, esalta sai neocons, era fondata sui debiti. Il debito crescente delle famiglie, delle aziende, del sistema finanziario, dello Stato. Una miscela esplosiva che alla fine è esplosa. <<>>, lo slogan perdiletto di Bush, si è rivelato paradossalmente vero. Oggi gli americani non possono più negoziare lo stile di vita. Possono solo accettare l'impoverimento di massa, l'esproprio della casa, la perdita del lavoro, le strade popolate di homeless di buona famiglia. Una lezione utile per noi, che abbiamo al governo l'ultimo, settuagenario neocons in circolazione. Quello che conta, alla fine, è l'economia reale. L'Italia, fra tutte le grandi nazioni europee, è la meno integrata nei processi di globalizzazione, la meno attrezzata culturalmente. La nuova autarchia di Berlusconi e Tremonti è la risposta più sbagliata che si possa trovare. Il conto arriverà e sarà terrificante.
Articolo di Curzio Maltese tratto dal Venerdì di Repubblica
sabato 11 ottobre 2008
La crisi economica e i suoi colossali inganni
Pubblicato da DarkNoise alle 01:28
Etichette: colossali inganni, crisi economica, curzio maltese, stralci di giornale
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento